Solyphony é la reinterpretazione di un concerto in solo, presentato dal vivo nel 2016.
Il solo improvvisato durava 45' ed era concepito come la interpretazione diacronica di tutte le parti di una composizione. La polifonia in solo, a causa dei limiti dell'improvvisatore, deve diventare una sequenza di parti improvvisate una dopo l'altra senza perdere il senso della pulsazione.
La regolarità di questa pulsazione ha poi permesso di sovraincidere l'audio e il video delle varie parti, ricomponendo sincronicamente la polifonia.
Il set segue la stessa logica. Non si deve considerare come una serie di oggetti svincolati l'uno dall'altro, bensì come un unico strumento musicale che l'improvvisatore ha raccolto attorno a sè.
Ciascuno degli oggetti proviene da un viaggio, da una diversa parte del mondo che ho attraversato, da un oggetto che ho smontato, da un lavoro che ho fatto. Ho costruito i tamburi e e le meccaniche della batteria. Le lastre di ardesia vengono dalla Liguria. Le campane di alluminio sono intonate sui i campanelli di vecchie biciclette di Bologna. Le campane di vetro del mercado de Sonora hanno viaggiato da Cittá del messico nella stiva di un aereo protette nella cassa della batteria.
Ci sarebbe molto altro da raccontare, ma l'aspetto piú importante da notare è ció che da coesione, da un lato alla musica concepita e suonata, dall'altro alla composizione organologica dello strumento: la persona dell'improvvisatore che ha concepito e costruito lo strumento. Cosí come si raccolgono le parti dello strumento si raccolgono le parti della polifonia e si compone la musica inscrivendola nel corpo dello strumento e dello strumentista.
Questo set è stato utilizzato nel concerto Solyphony.
È stato trasportato in due valigie. Quella principale pesa 18 kg, si può sollevare con una mano ed è possibile imbarcarla: è una batteria completa con sedile, tappeto lavabile e spazio aggiuntivo per attrezzi personalizzati e un cambio di vestiti.
Costruito artigianalmente da me stesso, è compatibile con gli standard delle parti di ricambio industriali. Sono state rimosse tutte le molle e le viti superflue per evitare risonanze incontrollabili, utilizzando quando possibile materiali inossidabili e smalti acrilici atossici.
Questo strumento ha dimostrato la sua resistenza e versatilità, nell'uso. Ha suonato per dieci anni in contesti diversi: concerti, didattica e registrazioni dal vivo e in studio in generi molto diversi, dal jazz all'improvvisazione radicale, dal pop al noise.
Gianni Lenoci, piano, composition, conduction. Stefano Luigi Mangia, voice. Carla Genchi, voice. Miriam Neglia, voice. Vito Galante, trumpet. Pamela Catucci, trumpet. Antonio Lo Re, trumpet. Carlo Mascolo, trombone, dijeridoo. Antonio Furio, tuba. Andrea Campanella, clarinet. Francesco Massaro, sax. Antonangelo Giudice, sax. Federico Dammacco, sax, flute. Stefania Ladisa, violin. Adolfo La Volpe, guitar, electronics. Giovanni Volpe, guitar. Giuspeppe Pascucci, guitar. Leo Binetti, synth. Govinda Gari, piano. Angelo Urso, double bass. Pasquale Gadaleta, double bass. Ananda Gari, drums. Giovanni Angelini, drums. Giacomo Mongelli, drums and percussions. Alessio Giuliani, percussions.
Recorded in concert at Conservatorio "Nino Rota" Monopoli (ITALY) June 19th, 2008 by Antonio "IL TUBISTA" Furio.
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